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MIRKO SCHIOPPA INTERVISTA GLI ESPERTI: IL PREPARATORE ATLETICO SALVIO AUTIERO


Incontriamo oggi un professionista che da anni si cimenta nella preparazione e nella riabilitazione atletica, una carriera di lungo corso che lo ha visto affiancarsi a medici e professionisti della medicina sportiva per la rieducazione sportiva post-traumatica e nella formazione fisica di tanti atleti, non ultimi alcuni professionisti dello sport agonistico e professionistico, tra cui alcuni calciatori di primo livello militanti nella massima serie italiana ed in quelle estere. Motivi di privacy e di segreto professionale impediscono a Salvio Autiero, la nostra eccellenza professionale di cui si parla oggi, di poterci illustrare i nomi dei campioni che ha seguito e segue, ma possiamo dire, noi che abbiamo avuto modo di conoscere alcuni nomi in camera caritatis, che i personaggi di cui si parla calcano i palcoscenici più importanti dello sport professionistico e sono menzionati dalle più importanti testate giornalistiche nazionali ed internazionali.


La prima domanda che viene spontanea farti Salvio è chiederti che tipo di esperienze hai fatto e quali sono le tue attuali attività lavorative?


Mirko, per le esperienze fatte nel campo del fitness, posso dire di aver lavorato a trecentosessanta gradi, dal settore sportivo, cioè la preparazione atletica, fino al ramo riabilitativo, questa sicuramente una mia scelta professionale, magari meno remunerativa del fitness in sé ma certamente molto più gratificante dal lato umano. Il fitness mi ha visto e mi vede impegnato sia nel campo del personal training che nella preparazione dell’utenza della mia palestra che ha sede in Bagnoli, la Ifit Health&Wellness Center. Le due realtà hanno una dimensione completamente diversa sotto l’aspetto della gestione ma estremamente interessanti, per chi fa questa attività e per chi ne fruisce.


Che tipo di alimentazione e regole dinamiche di vita quotidiana consigli a chi si dedica alla cura del proprio corpo? Una pratica oramai di moda tra Aprile e Maggio di ogni anno ma poi, terminate le vacanze, si ritorna ai ritmi sedentari e consuetudinari.


Per questa pratica, senza dubbio non corretta sotto l’aspetto del benessere della persona, ritengo responsabili taluni nutrizionisti e operatori del ramo alimentare che, per scopi economici, hanno spesso voluto dare facili e sbrigative formule dimagranti e non hanno badato ad un’educazione alimentare, bensì ad un risultato repentino. Credo che alimentarsi, per chiunque, e quindi indipendentemente da chi fa attività fisica sportiva o non agonistica, sia uno stile di vita e non una moda estemporanea del momento, dell’occasione fuggevole di apparire esteticamente accettabili, pertanto questo uso sconsiderato dell’alimentazione induce, gioco forza, ad un modo disordinato di vivere. Lo stile di vita alimentare corretto, invece, porta a considerare la propria soggettività, cosicché venga prima la propria esigenza di stare bene prima che apparire bene, alfine di connotarsi di buone pratiche alimentari, le quali ci portino a soddisfare il nostro status di benessere e, solo dopo, il nostro apparire potrà essere modellato secondo quanto ci piace. Se partiamo da dentro, se cerchiamo la nostra motivazione interna che ci guida a sentirci in salute, la fase estetica non solo ne giova ma si connota di perdurabilità e bellezza. Se si parla di stile di vita bisogna allenare anche a livello mentale, prima la mente, e poi guardare al nutrizionista e preparatore atletico, a partire da Settembre e non nei mesi a venire, per agire in modo equilibrato e dinamico senza stressare il corpo e procedendo per step moderati e saldi, che consolidano i vari target di crescita e non brucino tappe in modo irresponsabile.


Quali tipi di allenamento ritieni più efficaci per i sedentari non abituati al lavoro ginnico e che vogliono intraprendere un percorso di riattivazione fisica?


Innanzitutto la cosa fondamentale è l’aspetto motorio, per cui un allenatore fitness o un personal trainer debbono, appunto, cercare di educare anche sul piano motorio. Io sono molto propenso per il lavoro funzionale e non per il funcional training, per cui il lavoro funzionale va a deteriorare quanto negli anni si era perso, recuperando la condizione fisica ottimale. Il corpo tende alla sedentarietà quindi bisogna lavorare a riprendere la forma di come quando si era bambini, rieducando il corpo a quelle buone pratiche che ci avevano beneficato in passato. Credo nel lavoro metabolico, che parte da dentro per migliorare all’esterno, lavorando in modo più lineare, con una condotta logica e non approssimata.


In vista dell’estate e della famosa prova costume, come ritieni ci si debba porre e secondo quale tempistica per meglio figurare nel periodo balneare?


Ripeto, il lavoro va fatto a Settembre. Il cliente deve capire che il lavoro va fatto con moderazione e con progressione, solo in questo modo i risultati sono garantiti e la salute, cosa fondamentale e imprescindibile, salvaguardata. Bisogna creare un feedback continuo con il cliente e poi da lì si parte per un percorso che porterà ai risultati desiderati e senza difficoltà nel realizzarli.


Ci sono molti che si improvvisano auto-preparatori, un po’ come molti si sentono allenatori della nazionale, politici navigati, economi infallibili, cosa senti di voler e dover dire a questo approssimati della domenica?


Mi limito a dire che alla base di ogni lavoro, di ogni attività, c’è lo studio, mai improvvisarsi o sentirsi esperti senza aver appreso adeguatamente. Studiare significa capire ciò che si fa, non imparando mnemonicamente ciò che si tratta. La cultura è apprendimento e conoscenza profonda, che ti fa realizzare una giusta applicazione e dare anche motivo di crescita, miglioramento e innovazione creativa: senza cultura non esiste professionalità.


Per te salute e benessere cosa vuol dire?


Noi lavoriamo per salute e benessere, perché le persone non debbano svegliarsi la mattina per rincorrere un corpo ma alzarsi e apprezzare il proprio corpo, ma soprattutto la propria personalità. Se stai bene affronti bene la vita e le sue difficoltà.

La preparazione fisica è in arte, una dimensione o uno stile di vita?

A mio parere è un’arte per chi ne fa una professione, una dimensione quando la si condivide tra professionista ed utente, uno stile di vita per l’utente quando pone in essere il suo giusto equilibrio vitale.


Come vedi i tuoi clienti? Come amici, come partecipanti indiretti della tua vita o come componenti di una grande famiglia?


Da quando ho iniziato il percorso di titolare di un’attività di palestra ho concepito l’impossibilità del contesto amicizia in senso stretto, devo professionalmente determinare il discorso delle parti, perché la responsabilità di far seguire un percorso atletico deve prescindere dall’amicizia che, facilmente, potrebbe portare ad una semplificazione del concetto didattico e quindi confondere le due cose. Da istruttore devo esigere, per me e per gli altri, un ruolo di guida e non di complice, diversamente si scadrebbe in credibilità e professionalità.


Questa tua affermazione si rifà un po’ agli antichi, e sempre validi, precetti di un pedagogo quale è stato ben 2000 anni fa Quintiliano, complimenti! Quali sono i valori che un preparatore deve perseguire?


Avendo lavorato e lavorando a tutto tondo nel mondo del fitness e della preparazione, i valori si diversificano in proporzione alle responsabilità, ai target a cui mirare ma anche alle diversità psichiche e caratteriali delle persone con cui lavori. I valori principali rimangono la preparazione, la professionalità e la predisposizione a sostenere l’utente sempre al massimo, senza lesinare in impegno e fatica.


Quali sono gli errori che non deve mai fare?


Di errori se ne devono fare, non gravi certo, ma l’errore fa parte del continuo adeguamento, della costante attenzione a mirare giusto e riequilibrare la soggettività del lavoro. Non si può pensare ad essere impostati in un modo unico e, quindi, mutando situazione, gli errori sono facili in questo campo, tutto sta a ridurli al minimo quantitativo ed al minimo dell’entità. Con il fisico delle persone non si deve sbagliare, anche e soprattutto quando alleni professionisti, ma errori di impostazione del lavoro ce ne possono essere e si correggono, consapevoli che non arrecheranno danno.

Quali sono i tuoi futuri progetti?

Il mio grande progetto è sperare che mia figlia, oggi piccolissima, possa intraprendere questa mia stessa carriera con passione, magari ritornando al vecchio modo di preparare, che non sia più votato solo all’aspetto economico ma che riporti in prima fila l’attenzione al cliente, alla sua salute e al suo benessere.

Come pensi e con chi ritieni sia possibile realizzarli?

Con persone che abbiano la mia stessa visione professionale

La famiglia quanto è importante per te nel sostenerti nel tuo lavoro?

IFit nasce per questo. Come nomade del fitness e della preparazione atletica, ho voluto ricondurre il discorso familiare, che sia presente e mi supporti in questa stupenda e avvincente avventura. Ho creato una squadra che ritengo vincente, soprattutto perché è famiglia, la mia famiglia!


Quanto sono importanti i tuoi collaboratori?


Vedo in loro un supporto importante, gli ricordo sempre di dover superare gli ostacoli iniziali che l’attività comporta. Se lo faranno con dedizione, non riusciranno a contare il denaro che guadagneranno perché sarà tanto, ma ancor più perché saranno concentrati nell’aiutare gli altri.


Cosa chiedi loro di fare?


Di concentrarsi sul cliente, di curarne tutto l’aspetto fisico e psicologico, di essere consapevoli di una grande responsabilità ma al contempo di compiacersi nel riuscire in uno di lavori più belli al mondo. Devono seguire le mie indicazioni, ma devono aggiungere personalità, la loro personale interpretazione. Devono creare un loro stile con i clienti, sapendo dirigerli per il miglior percorso possibile.


Cosa pensi dei professionisti come me e come credi che la tua attività possa essere integrata nei modi di vita e di comportamento con la mia?


Mirko prima di tutto siamo esseri umani, poi, al contempo, dei professionisti, pertanto abbiamo in comune la voglia di dare il massimo, di profondere la nostra professionalità e di profonderla negli altri e per gli altri. Sappiamo di dovere un sorriso dove non c’è, di farlo scaturire, di infondere fiducia negli altri, curando un corpo, nel mio caso, ed una mise di stile e portamento, nel caso tuo. Ognuno di noi lavora per il benessere delle persone, perché stiano in forma, siano esteticamente gradevoli alla vista, ma tutto ciò sappiamo che può accadere solo se noi lavoriamo a partire dall’intimo di quella persona, per portarla fuori al meglio. Abbiamo in comune il fatto che ci interessa rivedere riaffiorare il sorriso e la soddisfazione negli altri, cosa che ci fa professionisti affermati ma principalmente felici ed appagati del lavoro che facciamo.


In conclusione lanciaci un tuo messaggio o un tuo slogan da dedicare ai nostri lettori


Lo slogan dell’IFit è “Look at yuor future”(Guarda al tuo futuro), un guardare non oltre, in lungimiranza, ma in una dimensione “day by day” (giorno dopo giorno), costruendo la felicità passo dopo passo, perché solo in questo modo si costruiscono i grandi risultati e si consolida un giusto stile di vita.


Grazie Salvio per le tue belle parole e per la bella realtà che costruisci quotidianamente con la dedizione e il lavoro duro.


Per chiunque desiderasse rivolgersi alla professionalità di Salvio Autiero, ricordiamo che lo si può contattare presso la palestra IFit sita in Napoli al quartiere Bagnoli, alla via Diomede Carafa n°58.


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